La Cassazione ha confermato gli ergastoli per alcune SS che hanno compiuto l'eccidio di Sant'Anna di Stazzema. La giustizia dei tribunali si aggiunge così al ripudio morale che la storia ha già adottato nei confronti del nazismo. Sono passati sessantatre lunghissimi anni. Anni di dolore per i familiari delle vittime ovviamente, ma anche per la coscienza civile del nostro Paese. Perchè la vicenda delle stragi nazi-fasciste è costellata di episodi inquietanti. Episodi che parlano di "armadi della vergogna" dove la verità per tanto tempo è stata sacrificata sull'altare di un malinteso realismo politico. Episodi che parlano di ipocriti o maldestri oppure solo incoscienti tentativi di utilizzare lo strumento del revisionismo storico per minimizzare responsabilità e per sporcare il quadro entro cui i fatti avvennero. Con la decisione di oggi anche l'alto tempio della giustizia statale ha certificato in maniera indelebile i nomi e i cognomi di coloro che annegarono nell'abisso dell'anti-umanità, consegnando così, in modo solenne, alla quotidianità del nostro vivere civile un elemento essenziale per coniugare la memoria con il futuro. In molti dicono, giustamente, che la sentenza arriva troppo tardi. Ma in un tempo, come quello che si sta vivendo, in cui riemergono dalle fogne della storia vecchie parole d'ordine e tristi bandiere, stabilire un punto fermo è necessario. Può essere fragile, simbolico quanto si vuole. Inutile, però, quello no, non può esserlo. Non lo sarà mai.
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