Terminata la Conferenza internazionale di Annapolis per la pace in Medioriente, che ha visto la presenza importantissima di alcuni Paesi arabi fino a ieri considerati facenti parte dell'"asse del male" (come la Siria), il presidente Bush fa pressing sui leader palestinese e israeliano, rispettivamente Abu Mazen e Olmert, perchè si arrivi finalmente all'intesa che metta fine al conflitto. Obiettivo: arrivare alla creazione dello Stato palestinese nel 2008. Esattamente 60 anni dopo la nascita dello Stato d'Israele. E' un po' prerogativa dei presidenti americani, giunti alla fine del secondo mandato, cercare di porre fine alla "madre di tutte le guerre". L'ultima volta fu Clinton a mettere intorno a un tavolo Barak e Arafat e si sa come è andata a finire: con lo scoppio della seconda Intifada e i kamikaze da una parte, con gli omicidi "mirati" e le ruspe sulle case dei civili dall'altra. Ora, con Hamas che controlla la Striscia di Gaza, la situazione è altrettanto complessa. Questo significa che non dobbiamo illuderci. Anche perchè, diciamoci la verità, scarseggiano oggi gli uomini di buona volontà. Eppure bisogna continuare a crederci. John Lennon tanti anni fa invitava a dare alla pace una possibilità. Noi, più modestamente, saremmo già contenti se la politica, anzichè continuare a essere la guerra fatta con altri mezzi, diventasse davvero il mezzo per evitare qualsiasi guerra.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento