giovedì 1 novembre 2007

Il barbaro e l'ipocrisia

La tragedia della donna massacrata a Roma da un giovane rumeno martedì scorso resta in primo piano sui giornali e in tv. Lunghi servizi per descrivere chi è la vittima - ora in coma - o la personalità del carnefice - ora per fortuna in carcere grazie soprattutto alla testimonianza di una connazionale dell'uomo -, telecamere in faccia al primo che passa e microfono in bocca al vicino di casa. Intanto, la politica apre il dibattito sull'opportunità o meno che la Romania faccia parte dell'Unione Europea. Dicono che dopo la vicenda accaduta a Tor di Quinto non si può più stare a guardare, bisogna assolutamente agire. Il governo ha anticipato l'entrata in vigore di alcune misure in merito alle espulsioni varate appena il giorno prima, l'opposizione sostiene che non è sufficiente, ci vuole ben altro. Insomma, tutto secondo copione, all'insegna dell'allarmismo e della propaganda. Ma anche di una visione emergenziale e non razionale dei problemi. Nel caotico rincorrersi di grida concitate e di indignazioni ad orologeria nessuno che ci spieghi davvero perchè l'orrore e la violenza si sono impadronite delle nostre città, senza tirar fuori sempre la storia dello straniero barbaro. Perchè le città sono ormai diventate il campo di battaglia dove si scontrano le nostre paure, i nostri rancori, la nostra indifferenza. Perchè resistiamo ad ammettere che ciò che abbiamo costruito è l'esito delle nostre scelte. Scelte spesso rivelatesi cambiali di ipocrisia firmate per un tozzo di benessere.

Nessun commento: